Scalata passo Gavia da Bormio

Pubblicato il: 11/07/2017

Oramai è diventata una piacevole abitudine scalare qualche passo dolomitico nel mese di luglio, lo scorso anno avevamo fatto lo Stelvio da Prato, questa volta abbiamo affrontato prima il Mortirolo da Monno, il giorno dopo abbiamo scalato il passo Gavia da Bormio.
La bici era attrezzata con i rapporti 50/34 e dietro 13/30 che si sono rivelati ottimi anche se in alcuni tratti serviva ancora più agile. Partenza alle 9 con il gruppo paesano e foto di rito tutti in divisa avuta per l'occasione in memoria del caro amico Roberto che ci ha lasciato.

questo è quello che avremmo dovuto affrontare:

 

In teoria sapevamo tutto quello che c'era da sapere, secondo internet la salita fino al paesino di Santa Caterina Valfurva non presentava eccessive difficoltà, poi un km e mezzo dopo il paese iniziavano i dolori, questo si è rivelato fin troppo ottimistico in quanto subito dopo la partenza il GPS cominciava a segnare 8/9/11% di pendenza e la parte facile è venuta solo alcuni km prima del paese. 
Comunque sia siamo arrivati a SantaCaterina Valfurva, e nonostante quello che gli altri dicevano, i meno allenati di noi sono arrivati già discretamente stanchi. Quelli più bellicosi invece cominciavano a studiarsi, anche se poi ognuno ha affrontato la salita con il proprio passo lasciando alla cosa puramente teorica attacchi e fughe. Passato il paese dopo un paio di km la strada ha cominciato a mostrare il suo volto severo, pochissimi tornanti ma molto stretti, il manto stradale disastrato, la strada stretta, le moto velocissime hanno reso ancora più insidiosa la nostra avventura, mano a mano che si saliva la fatica aumentava e per fortuna ogni tanto la pendenza spianava e ti permetteva di recuperare.
La parte peggiore è dal km 16 al 22, in questo lungo tratto le pendenze sono sempre elevate e continue per diverse centinaia di metri, io ho alternato sempre 28/30 con frequenza di pedalate che in condizioni normali si manteneva sulle 63 pedalate/minuto ma quando la strada si impennava davvero nonostante il 30 dietro ho visto spesso 50 sul contapedalate! che vuol dire 7-8 orari. Verso il km 17 si mostra davanti alla strada una montagna con una parete verticale tagliata da una strada che sale obliqua attraversandola tutta con un drittone spaventoso, che va dal km  20 al 22, qui veramente sono arrivato al limite, il cardio in zona rossa a 155 battiti, i pedali durissimi, e la strada che non finiva mai. fortunatamente sono riuscito a superare questo muro e alla fine quando la pendenza calava ho dovuto recuperare non poco per rientrare in soglia. 
Il recupero è stato provvidenziale perché ho ripreso completamente le forze con la conseguenza però che Roberto rimasto indietro di alcune centinaia di metri si è minacciosamente rifatto sotto fino a raggiungermi.

Ora  la strada si fa quasi piana,  e naturalmente credendomi ancora in crisi, ha allungato decisamente il passo ed io a ruota con il padellone, in cerca di Giancarlo abbondantemente avanti a noi, ultimi 3 km fatti molto forte e lo abbiamo recuperato vicino al laghetto che si era fermato a fare le foto.

A questo punto la volata è stata inevitabile con Giancarlo che è passato per primo sul passo a 40 orari, secondo io a 38,5 orari, terzo Roberto che non avendo strava non ho un riscontro della velocità ma siamo sui 38 orari. Inutile dire che coloro che stavano sul passo ci hanno guardati con un misto di ammirazione invidia e.... questi sono pazzi! visto che di solito la gente arriva morta, ma l'ultimo tratto ha una pendenza del 3/4% e si può spingere forte (abbiamo usato per gli ultimi 200 metri il 50-15). 
Parliamo un pò della discesa, perchè in un modo o in un altro dovevamo scendere a valle, strada pessima, motociclisti esaltati ed esagerati, macchine lentissime, in una parola un calvario, 27 di media fino a Santa Caterina Valfurva, dice tutto, costretti a frenare continuamente su pendenze ripide i freni scaldavano tanto i cerchi, alla fine una gomma dietro è esplosa ad uno dei nostri amici mentre ad un altro si è completamente "bozzato" il copertoncino anteriore tanto che ha dovuto scendere col pulmino. da Santa Caterina invece libidine totale.
E' stata una bellissima soddisfazione, e la salita mi è saputa più dura dello Stelvio versante  Trafoi fatto lo scorso anno, perchè mentre lo Stelvio è duro ma costante, il Gavia alterna tratti leggeri (pochi) a tratti massacranti che ti mettono a dura prova e la parte difficile viene alla fine. abbiamo impiegato 2 ore e 9 minuti alla media di 12 km/h.


questo è il link del video con filmati e foto: scalata del gavia
questo è il resoconto su strava: https://www.strava.com/activities/1073098384

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Categoria: Bici