Correre in età avanzata

Pubblicato il: 16/12/2013

Una persona sportiva che ha fatto della corsa una ragione di vita si ritrova ad un certo punto a correre da anziano età che molti dei suoi coetanei passano fra panchine del parco, televisione e letto. I vantaggi che la corsa continua comporta  è il fatto che per chi corre, la vecchiaia rallenta sensibilmente rispetto ai sedentari, e di aspetto fisico, raramente dimostrano l'età vera, ma è indubbio però che il tempo presenta il conto anche a loro.

Vediamo quindi che problemi ci sono quando si continua a  Correre in età avanzata. Non crediate che ce ne siano pochi di corridori quasi vecchi, chi sceglie la corsa lo fa come stile di vita, quindi procede imperterrito sulla strada a macinare km, e si gratifica quando sale le scale vicino a uno più giovane con metà fatica.

Considererò gli amatori della corsa, gente comune che corre d'abitudine circa 3 volte a settimana e che è arrivata e ha superato la sessantina. Posso parlare con cognizione di causa perché corro da 30 anni e sono arrivato a 63 primavere abbondanti. Inutile dire che la voglia e la grinta è rimasta inalterata, ci sono però molte cose che sono cambiate, e vorrei analizzarle secondo la mia esperienza e farvene partecipi.

Ho iniziato a correre a 33 anni, ma prima non è che stavo fermo, facevo bicicletta, tennis, e pesca sub, (non sono mai stato un sedentario), la corsa però mi ha preso più di tutti gli altri sport praticati, e ho corso a livelli amatoriali per molti anni, avevo un range di tempi che andavano da circa 3',50"/km per il veloce, 4',15" per il medio e 4',40" per il lento, ricordo che erano velocità ben distinte fra loro, e le padroneggiavo benissimo a seconda del lavoro da svolgere. questo è durato fino a circa 55 anni, calando chiaramente un pochino come tempi.

Dal 60° anno invece le cose sono radicalmente mutate, la velocità si è ridotta di molto (più di un minuto al chilometro) e si è anche assottigliato il range di velocità, praticamente al ritmo lento non fatico nulla e posso andare avanti per molto, ma appena aumento un pochino, passo subito ad una fatica da veloce, come se il medio fosse sparito. Inoltre devo fare conto con problemi di usura alle articolazioni. 

Fortunatamente nella mia vita di corridore non ho mai avuto infortuni di alcun tipo, salvo qualche dolorino ogni tanto, ma cose normali, recentemente però quando esagero cominciano ad insorgere dolori alle ginocchia, che mi causano problemi non i fase di corsa , ma salendo le scale giorni dopo e non promettono nulla di buono, quando esercito la spinta sulla gamba per salire il gradino è come se il ginocchio mi cedesse, ma poi non è più nulla. Recentemente sono sorti anche dolorini al tendine di Achille ma mai in corsa , ma uscendo la mattina camminando normalmente da freddo, 10 minuti poi scompare. La cosa che preoccupa è il fatto che non durano 3 giorni, ma settimane o mesi! quindi è una cosa da non sottovalutare.

Morale della favola, bisogna adeguarsi al tempo che passa, accettare il fatto che ti trovi a correre con gente che fa il veloce a 4,35 e ti lascia inesorabilmente e tu ultimo del gruppo con un fiatone orrendo che arranchi a 4',50/km e non vuoi capire che sono finiti per sempre i tempi quando i 6 km del veloce li facevi in 22 minuti. Il fatto però che consola è che le sensazioni che si provano sono immutate, la fatica tanta e la soddisfazione che si ha essendo coscienti di andare al tuo massimo possibile sono cose che non hanno prezzo, sono sensazioni immutate anche se la velocità si è ridotta di molto e gente che guardavi con tenerezza quando ti dicevano che erano riusciti a correre a 5',30"/km ora ti lasciano inesorabilmente indietro.

Sono convinto che esclusi pochi fortunati con i piedi di acciaio non sarà più possibile fare corse di 25-30km, perché avevo cominciato ad allungare le uscite arrivando domenica scorsa a 19km fatti a 5',37"/km e sono arrivato in condizioni perfette, tanto da fare subito propositi bellicosi per le settimane successive, ma la mattina dopo rientrando a casa le scale del primo piano mi hanno riportato alla realtà, il ginocchio sinistro causava non pochi problemi per salire il gradino e a una settimana di distanza nella quale ho solo camminato pare che si è attenuato ma non sparito.

Altra cosa fondamentale da assimilare è la capacità di recupero, la velocità con la quale l'organismo riesce a smaltire la fatica accumulata con la corsa e a riparare i danni muscolari che ha causato, anche questa capacità risente dell'età, non si recupera più come prima, occorre prudentemente correre a giorni alterni e il giorno di riposo si recupera, io riesco ancora a fare alcuni giorni di fila, ma chiaramente la differenza si sente rispetto ad anni fa.

Concludendo, non so quanti anni ancora di corse mi rimangono, a patto di non esagerare con i km e la velocità, ma finché non mi causerà problemi insormontabili non mollerò, e come dice il proverbio non importa l'andatura, sarò sempre più veloce di quelli che stanno in poltrona, poi potrò sempre mettere la mia esperienza di maratoneta e corridore incallito a disposizione di coloro che via via incontrerò per strada e ce ne sono molti per fortuna. Quando un giorno la corsa sarà troppo faticosa e impossibile da farsi ripiegherò sulla camminata, sperando che anche camminando avrò le medesime sensazioni e gratificazioni.

Schema Riepilogativo:

Privilegiate la corsa rilassante tanto quello che dovevate dimostrare lo avete già fatto

Lasciate il veloce solo per le grandi occasioni e corretelo raramente.... o mai

Se proprio la velocità è il vostro pane, meglio il medio del veloce, (siete vecchietti per gli sprint)

Curate il recupero come l'allenamento (se vi stancate, il giorno dopo riposate)

Non sollecitare i muscoli e tendini più del dovuto (impiegano molto tempo a ristabilirsi)

Se ce la fate lasciate a casa il cronometro e andate a sensazione (io non ce la faccio)

Ricordatevi che quello che facciamo alla nostra età è tutto in più, ed è straordinario, non abusiamo della fortuna

Finchè potete.... non vi fermate!

 

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Categoria: Corsa a piedi